A una festa nel suo palazzo, il Duca di Mantova si vanta del suo modo di fare con le donne. Balla con la contessa di Ceprano e il suo buffone gobbo, Rigoletto, si fa beffe del marito della contessa, furioso ma indifeso. Irrompe il cortigiano Marullo con l’ultimo pettegolezzo: Rigoletto è sospettato di tenere in casa una giovane amante. Il giullare, ignaro dei discorsi dei cortigiani, continua a schernire il duca. Monterone, un anziano nobile, si fa strada tra la folla per denunciare il duca per aver sedotto sua figlia e viene ferocemente ridicolizzato da Rigoletto. Monterone viene arrestato e maledice Rigoletto.
Rigoletto corre a casa, turbato dalla maledizione di Monterone. Incontra Sparafucile, un assassino professionista che gli offre i suoi servizi. Il giullare riflette che la sua lingua è affilata come il pugnale dell’assassino. Rigoletto entra in casa sua e saluta calorosamente la figlia Gilda. Temendo per l’incolumità della ragazza avverte la sua infermiera, Giovanna, di non far entrare nessuno in casa. Quando il giullare se ne va appare il duca che corrompe Giovanna e lo fa entrare in giardino. Si finge un povero studente e dichiara il suo amore per Gilda che lo ha ammirato segretamente in chiesa. Dopo che se ne va, pensa teneramente al suo nuovo amore prima di andare a letto. I cortigiani si radunano fuori dal giardino con l’intenzione di rapire l'”amante” di Rigoletto. Incontrando il giullare, cambiano rapidamente la loro storia e lo ingannano facendogli indossare una benda e tenere una scala contro il muro del suo giardino; poi portano via Gilda. Rigoletto, correndo in casa, si accorge che sua figlia non c’è più e crolla al ricordo della maledizione di Monterone.